Durante la Seconda Guerra Mondiale la Bulgaria fu alleata delle Potenze dell'Asse, cioè della Germania nazista e dell'Italia fascista, insieme alla Romania, all'Ungheria e alla Slovacchia. Invece, durante la Prima Guerra Mondiale, la Bulgaria si schierò con gli Imperi Centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano) contro le Potenze dell'Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia, cui poi si aggiunsero l'Italia, la Romania e altri Stati). Lo scopo di quest'alleanza della Bulgaria con gli Imperi Centrali era quello di ottenere alcuni territori (come la Macedonia) su cui la Bulgaria vantava rivendicazioni territoriali in seguito alle due guerre balcaniche del 1912-13. Grazie all'intervento militare bulgaro, Austria-Ungheria e Germania riuscirono a schiacciare la Serbia, il Montenegro e, più tardi (nel 1916), a invadere la Romania. Gli Alleati occidentali, compresa l'Italia, allora inviarono (nell'autunno del 1915) un Corpo di spedizione per portare in salvo i soldati e i profughi civili serbi e per occupare gli strategici porti dell'Albania meridionale. Questo Corpo di spedizione interalleato comprendeva divisioni francesi, britanniche e una divisione italiana, che si attestarono a Salonicco in Grecia (Paese allora neutrale) presidiando il fronte macedone. Solo nel settembre 1918 le forze alleate furono in grado di spezzare le linee nemiche e di mettere in rotta l'esercito bulgaro, ormai stremato dalla guerra. Con il Trattato di Neuilly del 1919 la Bulgaria dovette cedere la Dobrugia meridionale alla Romania e la Tracia occidentale alla Grecia.